Il giovane, secondo quanto dichiarato da un portavoce della società che gestisce Habbo (la Sulake), si sarebbe appropriato di login e password di altri utenti allestendo pagine Habbo fasulle. Insieme al ragazzo, la polizia avrebbe poi interrogato altri cinque 15enni, anche loro sospettati di aver ''trasportato'' mobili rubati all'interno delle proprie stanze virtuali.
L'azione di polizia rappresenta la prima risposta concreta ad un problema che si sta assumendo proporzioni preoccupanti all'interno del mondo Habbo, all'interno del quale convivono oggi più di 6 milioni di persone provenienti da 30 diverse nazioni. Ricordiamo che su Habbo tutto funziona come in un mondo reale, con scene di vita che ricalcano quella reale e con una moneta virtule - utilizzata per comprare migliorie, proprio come i mobili - che viene acquistata con soldi veri. Ecco allora che un furto diventa reale e richiede contromisure come quelle adottate per i sei giovani in questione.
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